martedì 3 agosto 2010

Animar 2010- 31 Luglio, 1-2 Agosto










Eccomi di nuovo a Teulada per la nuova edizione di Animar. Questa è la quinta e nonostante la crisi che si fa sentire anche in questo settore, al terzo giorno di spettacoli possiamo dire che la qualità per ora non ne ha sofferto.
Anche quest'anno le serate iniziano alle 21 circa con uno spettacolo breve o (novità di quest'anno) una "Prefazione Teatrale", cioè una piccola introduzione al proprio lavoro fatta da un artista che si è già esibito.
Il gruppo ad esibirsi è stato Antamanpatahou dalla Grecia, un coppia di marionettisti che utilizza anche marionette da tavolo che ha presentato "Acrobatics", un breve varietà a sfondo circense che -nonostante il tema sia molto sfruttato- si è distinto per la simpatia dei personaggi e degli animatori.
L'apertura ufficiale è toccata al grande Gigio Brunello con "The Big Five- A Savana Big Animals Show", uno spettacolo di narrazione con grandi, bellissimi pupazzi di animali africani (un coccodrillo, una zebra, un rinoceronte). Lo spettacolo, anche se in certi momenti risulta un pò lungo e sembra perdere un pò di ritmo è piaciuto molto. Un testo non banale che ha il profumo dei viaggi in paesi lontani e magici che mi ha ricordate le atmosfere dei racconti di Rudyard Kipling. Divertente anche la lingua scelta da Brunello, una specie di Spagnolo che ogni tanto diventava Veneto.
Terzo ed ultimo spettacolo della serata "L'Anatra e la Morte" di Paolo Sette, tratto dal libro per bambini "L'Anatra, la Morte ed il Tulipano", un testo ampliamente utilizzato dal teatro di figura estero, ma credo mai fatto prima in Italia.
Un tema estremamente difficile che l'autore ha sviluppato con una certa delicatezza e con una doppia lettura che può essere compresa a più livelli da bambini ed adulti.
Non manca un certo umorismo che però si stempera nella malinconia del racconto di un'amicizia destinata dall'inizio a finire. Tutto è estremamente misurato, ben ponderato, il lavoro che c'è dietro a questo spettacolo è veramente minuzioso e si vede. Potrebbe essere la rivelazione del Festival di quest'anno.
La seconda giornata è iniziata con l'Introduzione di Gigio Brunello che ha spiegato come ha utilizzato gli oggetti nel suo spettacolo. Di seguito Antamanpatahou ha presentato "The Strings of the Music", un varietà musicale che presentava diversi numeri in cui le marionette cantavano, suonavano e ballavano. Anche in questo caso un tema che rischia troppo spesso di trasformarsi in banalità è stato brillantemente risolto da questi artisti. Tra i vari numeri in particolare quello che vedeva come protagonista un "tipico greco" che ingaggia una battaglia musicale con tre violinisti classici. Bravi, veramente bravi.
In seconda serata Elis Ferracini (Allegra Brigata) ha presentato uno studio dal titolo "Confine", in cui tenta una fusione tra la propria storia personale di burattinaio e la storia del conflitto nella ex Jugoslavia. Un esperimento interessante che forse avrebbe bisogno di essere rivisto nella seconda parte ma che merita certamente di essere sviluppato.
Antamanpatahou sono stati protagonisti dell'introduzione di ieri, spiegando la loro storia e illustrando con grande disponibilità il funzionamento dei loro burattini al pubblico.
Subito dopo è stata la volta di Elis Ferracini con il suo classico "Fanfurla", la storia di un simpatico vecchietto che il perfido nipote cerca di far uccidere per tenersi una ricca eredità. Uno spettacolo di ispirazione classica ma con elementi di novità, un ritmo incalzante, che pur non rinunciando ad alcuni temi del burattino a guanto tradizionale è "contemporaneo" sia per la storia che per alcune soluzioni.
In seconda serata due spettacoli, la replica de "L'Anatra e la Morte" e "Aspetta mò" di Vladimiro Strinati, un trittico di racconti che hanno per protagoniste le donne. Uno spettacolo vivace e piacevole che tiene il pubblico per un'ora ad ascoltare buono buono queste favole e storie per niente "buoniste".

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