martedì 17 agosto 2010

Sorrivoli 2010

Manca poco, pochissimo! Il Festival di Sorrivoli sta per iniziare! Vi segnalo nel programma "La vecchia Soffitta" e Paolo Sette con "L'anatra e la Morte", visto ad Animar. Inoltre Vladimiro Strinati porterà il suo nuovo spettacolo di burattini tradizionali in cui spicca una zanzara tigre gigante.
Per tutte le altre informazioni, consultate il sito. Buon Divertimento e se qualcuno vuol contribuire mandando qualche riga sugli spettacoli visti, saranno pubblicate col vostro nome.

domenica 8 agosto 2010

Animar 2010- 7 agosto

I Burattini di Horacio Peralta

Horacio Peralta e Tonino Murru

Horacio Peralta

Serata finale della quinta edizione di questo festival. Se lo scorso anno avevo avuto modo di lamentarmi della chiusura caciarrona di "Heartbeat" della Compagnia delle Porte Girevoli, questa volta l'ultimo spettacolo è stato esemplare dell'arte del teatro di figura e mi ha consolata di qualche piccola delusione.

Protagonista unico della serata è stato infatti Horacio Peralta (Bululu Teatro) con lo spettacolo "Il burattinaio". Non una semplice raccolta di numeri famosi di questo artista Argentino, ma una vera e propria autobiografia raccontata attraverso il proprio percorso artistico.
Fuggito dall'Argentina durante la dittatura, Peralta si rifugiò a Parigi e lì iniziò la sua carriera come artista di strada e diventando poi un vero professionista. Il suo lavoro rappresenta tutto ciò che il teatro di figura deve essere, bello, intelligente, semplice e profondo.
I suoi burattini sono personaggi divertentissimi, animati benissimo, raccontano storie ironiche, a volte romantiche, piccoli classici che ormai hanno fatto il giro del mondo. Tra i numeri più belli "La vecchia" ma non è davvero possibile decidere quale sia il migliore.
Peralta approfitta di questa occasione per meditare sul proprio lavoro, sul "dare vita" ad oggetti inanimati e ricordare la persona che lo ha indirizzato al teatro di figura, il suo amico ChuChu al quale ha dedicato una sezione del suo sito. Parla per quasi un'ora e mezza con tono pacato, senza forzare il ritmo e conquista il pubblico, che rimane attento. Anche gli adulti sono stati presi dalla magia di questa esibizione e quando lo spettacolo è finito si sono riversati in massa sul palco, per parlare con Peralta e vedere i suoi burattini.
Bellissimo. Potenza dei burattini!

Un finale più raccolto ed emozionante, il migliore per questo festival che ha mantenuto (se non aumentato) nonostante la crisi attuale un alto livello artistico, puntando sull'intelligenza e dando fiducia a compagnie giovani con un programma che ha tenuto in considerazione sia i bambini che i loro genitori. Non si può proprio chiedere di meglio.
Nell'elenco dei siti trovate anche quello di Bululu Teatre e di Ismascareddas.

Animar 2010-6 agosto


Nella penultima serata del festival l'apertura è toccata ad "Arrivano dal mare": il burattinaio Luca Ronga ha raccontato il percorso che lo ha portato a diventare burattinaio, la storia di Pulcinella, della diffusione del suo personaggio nel mondo.Non ha lesinato spiegazioni tecniche sull'uso della pivetta (uno strumento che serve a produrre la voce di Pulcinella) e sull'animazione del burattino. Un intervento interessante anche per chi già conosce questo burattino.

Alle 21.30 la compagnia Riverrun Teatro di Cagliari ha presentato l'unico spettacolo di ombre del programma di quest'anno, "La gabbianella ed il gatto che le insegnò a volare". Una produzione per cui non si è badato a spese, a partire dal grande schermo con una cornice metallica, un copripedana in materiale riflettente per proiettare riflessi che richiamassero il mare, l'impiego di ben 4 animatori, musiche originali, costumi ed ombre create da un maestro turco in pelle di cammello.
Un grande dispendio di risorse (anche pensando ad altre produzioni viste al Festival) che ha prodotto uno spettacolo sovradimensionato dove le ombre erano solo una piccola parte della narrazione.
Vi erano infatti moltissimi interventi da parte degli stessi animatori, chi come narratore nei panni di Sepulvèda che scrive la storia, chi vestito da gabbiano piuttosto che da scimmia o da gatto. A volte poi si preferiva raccontare a voce una scena quando sarebbe stato meglio rappresentarla, cosa che avrebbe anche condotto ad una maggiore sintesi.
Sembra che sia mancata fiducia nel mezzo espressivo delle ombre (!) -forse considerato debole- e si sia puntato sui "colpi di scena" creati dalla trasformazione dei personaggi da ombre ad umani. Ciò ha però creato un eccesso narrativo, del tutto inutile, e un'atmosfera da "Fantabosco".
Essendo una compagnia di giovani merita un plauso per essersi rivolta verso le ombre, tuttavia non ho visto una motivazione forte per la convivenza di così tanti linguaggi contemporaneamente. Sarebbe bello se si rivedesse la struttura eliminando le parti di recitazione e concentrandosi sulle ombre, in modo da sfruttarle al massimo, anche dal punto di vista dell'animazione. La storia è delicata e si presta bene ad essere rappresentata con questo tipo di animazione, non c'è davvero bisogno di strafare.

In chiusura di serata "La notte dei racconti" con Ferruccio Filippazzi ed altri narratori che hanno raccontato storie e favole di diverse provenienze dalla Romagna al Sud America. Molto divertente l'intervento di Tonino Murru che ha raccontato due episodi della propria infanzia.

venerdì 6 agosto 2010

Animar 2010- 4-5 agosto


La serata di mercoledì è stata aperta dalla Prefazione Teatrale di Tonino Murru di IsMascareddas, che ha raccontato la storia della compagnia e del loro personaggio Areste Paganos, oltre a mostrare il dietro le quinte di alcune scene particolarmente divertenti tratte dalla produzione passata.

Marco Grilli ha presentato come spettacolo di prima serata "Il medico di matrimoni, ovvero le 99 astuzie di Gianduia", modernizzazione di una commedia tradizionale. Marco Grilli è bravo, passa da un dialetto all'altro con grande facilità, ha dei bellissimi burattini e una baracca sorprendente (anche se la scelta cromatica non è attraente, tutte le scenografie sono in grigio).
Esordire avvertendo i bambini che nella storia che andava a rappresentare non ci sarebbero state le tradizionali randellate e fare un lungo preambolo ripetendo per ben due volte un'introduzione alla vicenda come se questa fosse troppo difficile per essere compresa da loro, sono stati un pò degli autogoal che hanno penalizzato l'esibizione: le piccole pesti hanno continuato ad agitarsi ed urlare per tutto il tempo, stando zitti per qualche istante quando il burattinaio smontava un pezzo di baracca o c'era una zuffa (senza randellate).
Personalmente trovo che Grilli abbia costruito uno spettacolo per adulti che al di là delle innovazioni formali ed apparenti degli spazi conserva un linguaggio classico, basato su un testo che appartiene alla tradizione della Commedia dell'Arte, il che non è un male ma forse non era l'ideale da proporre a un pubblico di bambini.

In seconda serata "I ciechi" messo in scena Pepe Gomez e Carlo Lorenzetti, una sorta di cantastorie nero narrato da due personaggi ciechi che illustrano il loro cammino attraverso la Spagna con storie brevi e cattivissime portate in scena col solo ausilio di pupazzi di carta e qualche burattino di cartapesta.
Anche se i giudizi non sono stati di unanime apprezzamento, a me è piaciuto, forse per l'atmosfera dark tipica degli Spagnoli, che mescola tragiche casualità, inaudite crudeltà e humor senza pietà.

Giovedì Pepe Gomez è tornato nella Prefazione Teatrale con storie stralunate e divertentissime raccontate con carta e cartoncino. Grandi e bambini compresa la sottoscritta si sono divertiti moltissimo.
Lo spettacolo principale era "Hei tu! La volta che il fulesta incontrò Pulcinella in Persia", in cui venivano ad incontrarsi narrazione e burattini. Nonostante la poca unità (apertura con una narrazione e poi un lungo dialogo del Fulesta -contastorie della tradizione Romagnola- con un Pulcinella nero) il pubblico ha gradito molto l'esibizione, forse proprio grazie a Pulcinella, che con i suoi sberleffi conquista sempre tutti.
Personalmente non ho gradito alcune cose che trovato politically uncorrect (il Funesta quando incontra Pulcinella nero lo cattura con una corda per farne il suo aiutante e gli cambia nome, come un novello Robinson Crosuè), ma più di tutto mi è mancata una storia da seguire.

In chiusura di serata Carlo Lorenzetti con il nome di El Canto del Capro ha presentato "Histories de M.me La Mort". La Morte ed il Demone suo amante arrivano a casa da un ballo e vanno a letto. Prima di addormentarsi si raccontano delle storie. I personaggi della Morte e del Demone sono molto divertenti e pedanti (a volte sembra di assistere ad una scena d'amore di "Beautiful") e le piccole, nerissime e surreali storie raccontate ricordano a tratti l'umorismo dei Monty Phyton. Tuttavia a volte le ripetizioni nei dialoghi sembrano troppe, fatte per allungare il brodo e il brano musicale di chiusura spezza l'atmosfera delirante e oscura; probabilmente si tratta di uno spettacolo creato per la strada, divertente, un pò pazzo ma forse non proprio adatto ad un festival come questo.

mercoledì 4 agosto 2010

Animar 2010- 3 agosto



La quarta serata del Festival Animar è stata caratterizzata da due esibizioni particolarmente pregiate. Dopo la Prefazione Teatrale di un generoso Vladimiro Strinati che ha illustrato l'uso di alcuni oggetti e burattini del suo spettacolo "Aspetta Mò", si è esibito il Rocamora Teatre con "Solista", uno spettacolo di marionette a filo che vede il fondatore Carles Canellas eseguire alcuni dei suoi numeri più noti.
Uniti ad una tecnica veramente straordinaria ( l'animatore dialoga effettivamente con le marionette che sembrano veramente "vive" e dotate di volontà propria) l'umorismo e la creatività di questo artista hanno creato un mix veramente magico, che ha catturato anche una scettica dei "varietà" come la sottoscritta.
Mi piacerebbe però vedere più storie con marionette a filo, che per loro caratteristica spesso finiscono per deviare l'attenzione del marionettista e del pubblico sulla mera somiglianza con il movimento reale.

Alle 22.30, mentre nel cortile della Casa Baronale Ferruccio Filippazzi si esibiva in una narrazione dal titolo "In un tempo lontano, perduto per sempre che mai tornerà", nel Salone IsMascareddas presentavano il loro atteso nuovo spettacolo per adulti "A regime di brezza".
Ambiziosi e coraggiosi Tonino Murru e Donatella Pau raccontano attraverso un giorno di ordinaria paranoia di una coppia di coatti (molto ben caratterizzati) la vita, l'amore, il sesso e tutto il resto al tempo presente.
L'indifferenza, il lassismo, l'assenza di valori e di volontà di partecipare alla vita in prima persona sono indagati spietatamente e con umorismo. C'è spazio anche per un finale ottimista, la speranza forse che ci si possa ancora elevare al di sopra della povertà dell'attuale situazione.
Per una compagnia Italiana è una scelta importante quella di raccontare attraverso i burattini storie "da grandi" e speriamo che serva a far comprendere al pubblico che non si tratta solo di una "cosa da bambini".

martedì 3 agosto 2010

Animar 2010- 31 Luglio, 1-2 Agosto










Eccomi di nuovo a Teulada per la nuova edizione di Animar. Questa è la quinta e nonostante la crisi che si fa sentire anche in questo settore, al terzo giorno di spettacoli possiamo dire che la qualità per ora non ne ha sofferto.
Anche quest'anno le serate iniziano alle 21 circa con uno spettacolo breve o (novità di quest'anno) una "Prefazione Teatrale", cioè una piccola introduzione al proprio lavoro fatta da un artista che si è già esibito.
Il gruppo ad esibirsi è stato Antamanpatahou dalla Grecia, un coppia di marionettisti che utilizza anche marionette da tavolo che ha presentato "Acrobatics", un breve varietà a sfondo circense che -nonostante il tema sia molto sfruttato- si è distinto per la simpatia dei personaggi e degli animatori.
L'apertura ufficiale è toccata al grande Gigio Brunello con "The Big Five- A Savana Big Animals Show", uno spettacolo di narrazione con grandi, bellissimi pupazzi di animali africani (un coccodrillo, una zebra, un rinoceronte). Lo spettacolo, anche se in certi momenti risulta un pò lungo e sembra perdere un pò di ritmo è piaciuto molto. Un testo non banale che ha il profumo dei viaggi in paesi lontani e magici che mi ha ricordate le atmosfere dei racconti di Rudyard Kipling. Divertente anche la lingua scelta da Brunello, una specie di Spagnolo che ogni tanto diventava Veneto.
Terzo ed ultimo spettacolo della serata "L'Anatra e la Morte" di Paolo Sette, tratto dal libro per bambini "L'Anatra, la Morte ed il Tulipano", un testo ampliamente utilizzato dal teatro di figura estero, ma credo mai fatto prima in Italia.
Un tema estremamente difficile che l'autore ha sviluppato con una certa delicatezza e con una doppia lettura che può essere compresa a più livelli da bambini ed adulti.
Non manca un certo umorismo che però si stempera nella malinconia del racconto di un'amicizia destinata dall'inizio a finire. Tutto è estremamente misurato, ben ponderato, il lavoro che c'è dietro a questo spettacolo è veramente minuzioso e si vede. Potrebbe essere la rivelazione del Festival di quest'anno.
La seconda giornata è iniziata con l'Introduzione di Gigio Brunello che ha spiegato come ha utilizzato gli oggetti nel suo spettacolo. Di seguito Antamanpatahou ha presentato "The Strings of the Music", un varietà musicale che presentava diversi numeri in cui le marionette cantavano, suonavano e ballavano. Anche in questo caso un tema che rischia troppo spesso di trasformarsi in banalità è stato brillantemente risolto da questi artisti. Tra i vari numeri in particolare quello che vedeva come protagonista un "tipico greco" che ingaggia una battaglia musicale con tre violinisti classici. Bravi, veramente bravi.
In seconda serata Elis Ferracini (Allegra Brigata) ha presentato uno studio dal titolo "Confine", in cui tenta una fusione tra la propria storia personale di burattinaio e la storia del conflitto nella ex Jugoslavia. Un esperimento interessante che forse avrebbe bisogno di essere rivisto nella seconda parte ma che merita certamente di essere sviluppato.
Antamanpatahou sono stati protagonisti dell'introduzione di ieri, spiegando la loro storia e illustrando con grande disponibilità il funzionamento dei loro burattini al pubblico.
Subito dopo è stata la volta di Elis Ferracini con il suo classico "Fanfurla", la storia di un simpatico vecchietto che il perfido nipote cerca di far uccidere per tenersi una ricca eredità. Uno spettacolo di ispirazione classica ma con elementi di novità, un ritmo incalzante, che pur non rinunciando ad alcuni temi del burattino a guanto tradizionale è "contemporaneo" sia per la storia che per alcune soluzioni.
In seconda serata due spettacoli, la replica de "L'Anatra e la Morte" e "Aspetta mò" di Vladimiro Strinati, un trittico di racconti che hanno per protagoniste le donne. Uno spettacolo vivace e piacevole che tiene il pubblico per un'ora ad ascoltare buono buono queste favole e storie per niente "buoniste".