venerdì 6 agosto 2010

Animar 2010- 4-5 agosto


La serata di mercoledì è stata aperta dalla Prefazione Teatrale di Tonino Murru di IsMascareddas, che ha raccontato la storia della compagnia e del loro personaggio Areste Paganos, oltre a mostrare il dietro le quinte di alcune scene particolarmente divertenti tratte dalla produzione passata.

Marco Grilli ha presentato come spettacolo di prima serata "Il medico di matrimoni, ovvero le 99 astuzie di Gianduia", modernizzazione di una commedia tradizionale. Marco Grilli è bravo, passa da un dialetto all'altro con grande facilità, ha dei bellissimi burattini e una baracca sorprendente (anche se la scelta cromatica non è attraente, tutte le scenografie sono in grigio).
Esordire avvertendo i bambini che nella storia che andava a rappresentare non ci sarebbero state le tradizionali randellate e fare un lungo preambolo ripetendo per ben due volte un'introduzione alla vicenda come se questa fosse troppo difficile per essere compresa da loro, sono stati un pò degli autogoal che hanno penalizzato l'esibizione: le piccole pesti hanno continuato ad agitarsi ed urlare per tutto il tempo, stando zitti per qualche istante quando il burattinaio smontava un pezzo di baracca o c'era una zuffa (senza randellate).
Personalmente trovo che Grilli abbia costruito uno spettacolo per adulti che al di là delle innovazioni formali ed apparenti degli spazi conserva un linguaggio classico, basato su un testo che appartiene alla tradizione della Commedia dell'Arte, il che non è un male ma forse non era l'ideale da proporre a un pubblico di bambini.

In seconda serata "I ciechi" messo in scena Pepe Gomez e Carlo Lorenzetti, una sorta di cantastorie nero narrato da due personaggi ciechi che illustrano il loro cammino attraverso la Spagna con storie brevi e cattivissime portate in scena col solo ausilio di pupazzi di carta e qualche burattino di cartapesta.
Anche se i giudizi non sono stati di unanime apprezzamento, a me è piaciuto, forse per l'atmosfera dark tipica degli Spagnoli, che mescola tragiche casualità, inaudite crudeltà e humor senza pietà.

Giovedì Pepe Gomez è tornato nella Prefazione Teatrale con storie stralunate e divertentissime raccontate con carta e cartoncino. Grandi e bambini compresa la sottoscritta si sono divertiti moltissimo.
Lo spettacolo principale era "Hei tu! La volta che il fulesta incontrò Pulcinella in Persia", in cui venivano ad incontrarsi narrazione e burattini. Nonostante la poca unità (apertura con una narrazione e poi un lungo dialogo del Fulesta -contastorie della tradizione Romagnola- con un Pulcinella nero) il pubblico ha gradito molto l'esibizione, forse proprio grazie a Pulcinella, che con i suoi sberleffi conquista sempre tutti.
Personalmente non ho gradito alcune cose che trovato politically uncorrect (il Funesta quando incontra Pulcinella nero lo cattura con una corda per farne il suo aiutante e gli cambia nome, come un novello Robinson Crosuè), ma più di tutto mi è mancata una storia da seguire.

In chiusura di serata Carlo Lorenzetti con il nome di El Canto del Capro ha presentato "Histories de M.me La Mort". La Morte ed il Demone suo amante arrivano a casa da un ballo e vanno a letto. Prima di addormentarsi si raccontano delle storie. I personaggi della Morte e del Demone sono molto divertenti e pedanti (a volte sembra di assistere ad una scena d'amore di "Beautiful") e le piccole, nerissime e surreali storie raccontate ricordano a tratti l'umorismo dei Monty Phyton. Tuttavia a volte le ripetizioni nei dialoghi sembrano troppe, fatte per allungare il brodo e il brano musicale di chiusura spezza l'atmosfera delirante e oscura; probabilmente si tratta di uno spettacolo creato per la strada, divertente, un pò pazzo ma forse non proprio adatto ad un festival come questo.

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