domenica 8 agosto 2010

Animar 2010-6 agosto


Nella penultima serata del festival l'apertura è toccata ad "Arrivano dal mare": il burattinaio Luca Ronga ha raccontato il percorso che lo ha portato a diventare burattinaio, la storia di Pulcinella, della diffusione del suo personaggio nel mondo.Non ha lesinato spiegazioni tecniche sull'uso della pivetta (uno strumento che serve a produrre la voce di Pulcinella) e sull'animazione del burattino. Un intervento interessante anche per chi già conosce questo burattino.

Alle 21.30 la compagnia Riverrun Teatro di Cagliari ha presentato l'unico spettacolo di ombre del programma di quest'anno, "La gabbianella ed il gatto che le insegnò a volare". Una produzione per cui non si è badato a spese, a partire dal grande schermo con una cornice metallica, un copripedana in materiale riflettente per proiettare riflessi che richiamassero il mare, l'impiego di ben 4 animatori, musiche originali, costumi ed ombre create da un maestro turco in pelle di cammello.
Un grande dispendio di risorse (anche pensando ad altre produzioni viste al Festival) che ha prodotto uno spettacolo sovradimensionato dove le ombre erano solo una piccola parte della narrazione.
Vi erano infatti moltissimi interventi da parte degli stessi animatori, chi come narratore nei panni di Sepulvèda che scrive la storia, chi vestito da gabbiano piuttosto che da scimmia o da gatto. A volte poi si preferiva raccontare a voce una scena quando sarebbe stato meglio rappresentarla, cosa che avrebbe anche condotto ad una maggiore sintesi.
Sembra che sia mancata fiducia nel mezzo espressivo delle ombre (!) -forse considerato debole- e si sia puntato sui "colpi di scena" creati dalla trasformazione dei personaggi da ombre ad umani. Ciò ha però creato un eccesso narrativo, del tutto inutile, e un'atmosfera da "Fantabosco".
Essendo una compagnia di giovani merita un plauso per essersi rivolta verso le ombre, tuttavia non ho visto una motivazione forte per la convivenza di così tanti linguaggi contemporaneamente. Sarebbe bello se si rivedesse la struttura eliminando le parti di recitazione e concentrandosi sulle ombre, in modo da sfruttarle al massimo, anche dal punto di vista dell'animazione. La storia è delicata e si presta bene ad essere rappresentata con questo tipo di animazione, non c'è davvero bisogno di strafare.

In chiusura di serata "La notte dei racconti" con Ferruccio Filippazzi ed altri narratori che hanno raccontato storie e favole di diverse provenienze dalla Romagna al Sud America. Molto divertente l'intervento di Tonino Murru che ha raccontato due episodi della propria infanzia.

Nessun commento: