mercoledì 27 luglio 2011

Animar 2011, 24 e 26 luglio

Nella seconda serata del festival le due compagnie protagoniste dell'apertura si sono scambiate ruoli: mentre Salvatore Gatto presentava una breve commedia di guarattelle, Los Titeres de tìa Elena guadagnavano il grande palco della prima serata.
Entrambe gli spettacoli hanno confermato le impressioni del giorno precedente. Gatto (che ha rappresentato "Ciuciulianno") ha grande tecnica, esperienza, ritmo, e lo spazio più contenuto, con i bambini più vicini al teatrino (la sera precedente si trovava su un palco) ha giovato al rapporto Pulcinella - pubblico.
Lo spettacolo "Cuentos de Madeira" è una versione estesa di quello visto la sera precedente nel salone della casa baronale: piccole scene di massimo cinque minuti, surreali ed umoristiche, piccole storie popolate da personaggi come Candela, l'equilibrista o Pinocchio (anzi, tre Pinocchi di diverse dimensioni e linguaggi) o ancora uno psichedelico gnomo alla ricerca di noci nel bosco. La musica dal vivo aggiunge un ulteriore tocco di calore e spontaneità.
Alle 22.30 nella Casa Baronale è stata la volta di Marcello Ricci, che ha portato la sua narrazione "La bici", storia di una famiglia lombarda tra le due guerre mondiali. Un'impresa impegnativa, sia emotivamente che come tempi (il narratore è sempre in scena, senza pause e senza diversivi per il pubblico). La scrittura è buona anche se la messinscena non è perfetta. Sarebbe bello rivedere questo pezzo tra qualche tempo, quando l'autore lo avrà messo a punto.

Marcello Ricci è tornato ieri sera come Teatro del Secchio, all'apertura con "Nonsense", una serie di gag con burattini che partendo da situazioni classiche (c'era perfino un richiamo alle routines delle guarattelle delle sere precedenti) "degenerano" nel demenziale e nell'assurdo. Più che uno spettacolo uno "studio" che ha buone potenzialità di fiorire se adeguatamente accudito dall'autore.
Spettacolo centrale della serata "Fagiolino e Sganapino contro la zanzara tigre". Conosco Strinati per le sue narrazioni, in cui dimostra grande abilità. Questo lavoro tuttavia, ha un che d'incompiuto: la baracca e le scenografie ai limiti del minimalismo, i burattini tradizionali -se si eccettua il vestito di Sganapino bordato di arancione fosforescente- la storia che poteva diventare quasi di sci-fi e che invece si rivela debole ed identica a troppe altre del genere. Strinati è bravo a tenere il pubblico, ha grande mestiere, e onestamente la zanzara fatta in peluche tigrato è troppo simpatica, ma il resto non mi ha convinta.
La serata si è conclusa con "Ri-tratto di Antonio Gramsci", una narrazione per adulti di Betti Pau. In mezz'ora si rivive la storia dolorosa e umanamente toccante di Antonio Gramsci, narrata in modo asciutto e commosso. Senza scenografia, senza nessun oggetto di scena, solo il racconto. Molto bello, pulito, quasi austero, come si adatta ad un personaggio integro e a suo modo severo come Gramsci doveva essere.
Da ieri sera poi, nel giardino della Casa Baronale la compagnia Duoanfibios  (dal Brasile) si esibisce in "Velhas Caixas", un brano di microteatro (conosciuto anche come "theatre for one"), un'esibizione individuale, un tè di pochi  minuti con un bellissimo burattino di una vecchina che ci racconta la propria storia. Molto, molto bello! Sarà possibile vedere questo spettacolo fino a sabato.

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